Cavallotti Felice

Stampa

Cavallotti FeliceFelice Cavallotti nacque a Milano il 6 ottobre 1842 da Francesco e Vittoria Gaudi, originari di Venezia. Non ancora diciottenne, fuggì di casa per partecipare alla seconda spedizione garibaldina in Sicilia, combatté e svolse il compito di corrispondente di guerra. Tornato a Milano si diede stabilmente all’attività di giornalista cui affiancò quella di poeta, drammaturgo, storico. Nel 1866 si unì ancora a Garibaldi nel tentativo di liberare il Trentino e l’anno dopo partecipò alla fallita insurrezione di Roma. Collaborò con diversi giornali: la Gazzetta del Popolo della Lombardia, l’Indipendente di Napoli, la Gazzetta di Milano, il Gazzettino Rosa (foglio della scapigliatura milanese).

Eletto deputato per l’Estrema sinistra nel 1873, rimase in Parlamento per dieci legislature consecutive, distinguendosi per le battaglie in difesa delle libertà statutarie e degli ideali democratici. Battaglie che portò avanti anche attraverso articoli e comizi e che gli procurarono, oltre all’appellativo di «bardo della democrazia» frequenti processi e duelli, il trentatreesimo dei quali gli risultò fatale: il 6 marzo 1898 perì, colpito mortalmente dalla sciabola di Ferruccio Macola, direttore della Gazzetta di Venezia, un tempo suo fervido ammiratore. Seguendo le sue volontà fu sepolto nella nuda terra nel cimitero di Dagnente, dove venne eretto un imponente cenotafio.

 

Cavallotti soggiornò a lungo sul lago Maggiore: a Ghevio presso la zia Adelaide sposata Fontana e poi a Dagnente, dove nel 1883 acquistò una modesta casa allora immersa nel verde, la quale divenne il suo amato eremo. Da Milano vi trasportò libri e carte e arredò le stanze con estrema semplicità. Cavallotti quando tornava sul lago era solito giungere fino ad Arona in treno, poi con il battello portarsi a Meina e da qui, attraverso sentieri, salire a piedi a Dagnente.

Anche altre località del Verbano registrarono la sua presenza. Cavallotti fu spesso a Meina, ospite dell'amico Felice Bedone, che più di una volta lo nascose nella sua cartiera La Folletta, alla quale il poeta dedicò anche alcuni versi. Non di rado soggiornò a Intra a casa dell’industriale Giovanni Nava, altro suo carissimo amico: sappiamo che nel 1883 tenne un discorso alla locale Società Operaia, nel 1885 presenziò all’inaugurazione del monumento a Garibaldi e qualche anno più tardi dettò l'epigrafe in ricordo del generale ospite a villa Simonetta. Nell'estate del 1887 trascorse qualche giorno all'albergo del Pian Cavallone. Un'alpe sopra a Miazzina porta il suo nome.

 

Per approfondire
Luigi Polo Friz (a cura), Felice Cavallotti. Atti del convegno, Alberti Libraio Editore, Verbania 2000.
Luigi Polo Friz, Felice Cavallotti, un uomo, il lago, in «Verbanus» 23-2002, pp. 377-399.
Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - Cavallotti Felice
Joomla templates 1.7 by Hostgator