15 agosto 1848. La battaglia di Luino

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Il 18 marzo 1848 Milano insorse e dopo cinque giorni di scontri costrinse le truppe austriache comandate dal feldmaresciallo Josef Radetzky ad abbandonare la città e a rifugiarsi nel cosiddetto quadrilatero formato dalle fortezze di Verona, Legnago, Peschiera e Mantova. Il 23 marzo re Carlo Alberto, dopo molti tentennamenti, dichiarò guerra all’ Austria. Il giorno stesso i primi soldati piemontesi varcarono il Ticino ed entrarono in Lombardia. Il 15 aprile Garibaldi lasciò Montevideo e il 22 giugno raggiunse Nizza. Il 5 luglio venne ricevuto da re Carlo Alberto presso il quartier generale di Roverbella (Mantova), ma non ottenne una grande considerazione. Il 14 luglio il governo provvisorio di Lombardia nominò Garibaldi maggiore generale affidandogli il comando del corpo dei volontari. Nel frattempo l’esercito sabaudo aveva ottenuto importanti vittorie a Goito e Peschiera, ma venne poi pesantemente sconfitto a Custoza. Questo rovescio militare segnò l’esito della guerra. I Piemontesi furono costretti a ripiegare su Milano. Il 6 agosto la città ritornò sotto il controllo degli Austriaci e Carlo Alberto con i suoi soldati si ritirò a ovest del Ticino. Garibaldi giunse a Monza il 5 agosto, il giorno seguente si portò a Como, proseguì poi per San Fermo (7 agosto), Varese (8 agosto) e Sesto Calende.

9-10 agosto
Giunto il 9 agosto a Sesto Calende, Garibaldi attraversò il Ticino e si acquartierò a Castelletto Sopra Ticino dove cercò di riorganizzare il suo esercito che in seguito ai numerosi abbandoni degli ultimi giorni si era ridotto da 3.000 a 1.289 volontari. La sua intenzione era quella di combattere, ma in quello stesso giorno a Vigevano il generale Carlo Canera di Salasco firmava l’armistizio che mise fine temporaneamente agli scontri e ristabilì il precedente confine austro-piemontese segnato dal fiume Ticino.

Convoglio garibaldino11-13 agosto
L'11 agosto Garibaldi venne a conoscenza dell'armistizio firmato dal generale Salasco e ne rimase profondamente indignato a tal punto da reagire, due giorni più tardi, con un violento proclama - passato alla storia come il proclama di Castelletto - con il quale accusò re Carlo Alberto di tradimento e rese nota agli «Italiani» tutti la decisione sua e dei suoi compagni di continuare a combattere «senza tregua e da leoni la Guerra Santa, la Guerra dell’Indipendenza Italiana».

14 agosto
Verso le ore 3 la colonna dei garibaldini lasciò Castelletto Sopra Ticino e alle 6 giunse ad Arona dove, essendo giorno di mercato, i movimenti dei reparti risultarono meno visibili e maggiore fu la possibilità di reperire viveri e mezzi di trasporto. Nella cittadina il generale impose alla popolazione forti contribuzioni in denaro e alimenti: 7.000 lire, 1.286 razioni di pane, 20 sacchi di riso e 3 sacchi di avena. Requisì inoltre tutte le barche e ordinò alla Società Radaelli di mettergli a disposizione i battelli a vapore Verbano e San Carlo con i rispettivi capitani e macchinisti. Vennero quindi allestiti due lunghi convogli formati dai vapori con al traino ciascuno quattro cinque barconi carichi di soldati, viveri, materiale, legna, sessanta cavalli e due piccoli cannoni. Garibaldi con il suo stato maggiore si imbarcò sul battello Verbano e salpò da Arona alle ore 15.30 in direzione dell’alto lago. Lungo il tragitto «scorgevansi quelle bellissime nostre donne, sporgenti dai balconi delle case, con quei volti graziosissimi, così animate come se avessero voluto volare per raggiungere i prodi». Attorno alle ore 19 i convogli giunsero a Intra per poi proseguire ulteriormente verso nord. Arrivati all'altezza di Cannero, attraversarono il lago e al buio gettarono le ancore di fronte a Luino. Lo sbarco, iniziato nella serata del 14, terminò nel primo pomeriggio del giorno seguente.

15 agosto
Battaglia LuinoGaribaldi, indisposto per un ritorno delle febbri malariche, prese alloggio con il suo comando all'albergo della Beccaccia, mentre i volontari si accamparono tra l'albergo e il palazzo Crivelli. Nelle stesse ore stava marciando verso Luino un battaglione austriaco comandato dal maggiore Mollinary che raggiunse Germignaga verso le quattro del pomeriggio. Lasciata una compagnia a presidio del ponte sul Margorabbia, Mollinary proseguì con le altre due in direzione di Luino: un’ora dopo la testa della colonna fu avvistata dai garibaldini all’altezza del ponte sul torrente Luvina. Lo scontro fu inevitabile; gli Austriaci, sconfitti, ripiegarono su Germignaga e insieme alla terza compagnia raggiunsero Porto Valtravaglia per poi rientrare a Varese. Lo scontro causò 5 morti (tra cui il sottotenente Wolf), 14 feriti (tra cui il tenente Knezevic) e 24 prigionieri tra gli Austriaci,  4 morti e 17 feriti tra gli Italiani. Fu la prima battaglia vinta da Garibaldi sul territorio italiano. Nonostante la vittoria si registrarono ancora diserzioni tra le fila dei garibaldini, tra questi il colonnello piemontese Bottazzi contrario alle istanze repubblicane del generale.

16-26 agosto
Nella notte tra il 15 e il 16 agosto Laura Solera trasferì nella sua villa La Sabbioncella sulla sponda piemontese i soldati feriti, non facendo distinzione tra italiani e austriaci. Il giorno seguente Garibaldi con il grosso della truppa si avviò verso Cunardo, lasciando a Luino un modesto presidio a guardia non solamente del paese, ma anche della piccola flotta. Il 18 il generale entrò a Varese acclamato dalla folla. Ma ormai il destino di questa campagna militare era segnato. 19.000 soldati austriaci agli ordini del generale d’Aspre erano sulle tracce dei garibaldini, poco più di 800 persone. Lo scontro conclusivo avvenne il 26 agosto a Morazzone, la soverchia potenza austriaca costrinse Garibaldi insieme ai suoi volontari a ripiegare su Brusimpiano e da qui, in barca, espatriare ad Agno.

La flotta garibaldinaLa flotta garibaldina
Tra il 16 e il 17 agosto i due vapori lasciarono le acque antistanti Luino e si portarono a Maccagno dove era più facile approvvigionarsi di legna e soprattutto di sale, utile per avere in cambio cibo. Intanto sulla sponda piemontese i soldati sabaudi si disposero lungo la costa per poter riprendere il controllo dei battelli e così fermare la spedizione garibaldina iniziata e sviluppatasi in netto contrasto con l’armistizio Salasco. Il 24 agosto il San Carlo si portò a Laveno con l’intenzione di imporre una forte contribuzione, ma fu preso a cannonate e costretto a ritirarsi. Lo stesso giorno gli Austriaci entrarono a Luino e il piccolo presidio lasciato da Garibaldi fuggì sui vapori che fecero rotta verso le più sicure acque elvetiche dove rimasero per qualche giorno alla fonda davanti a Locarno. Il 28 agosto ripresero il largo e si diressero verso i Castelli di Cannero alla ricerca di cibo, derubando di ogni avere il povero pescatore che abitava lo scoglio. Lo stesso giorno, per lo stesso motivo, il Verbano si spinse fino a Intra. Il 29 agosto i vapori fecero ritorno in acque elvetiche; in questa occasione il capitano Risso sbarcato ad Ascona si adoperò per mettere in buone mani le armi che erano stipate sui battelli vendendole ai fratelli Barigozzi. Il 31 agosto la flotta garibaldina mise fine al suo lungo peregrinare senza meta: i 115 volontari si consegnarono alle autorità elvetiche. I due battelli ormai sgombri furono riportati nel porto di Arona e ripresero subito il servizio passeggeri.

 

Per approfondire
Alberto Cavaciocchi, Le prime gesta di Garibaldi in Lombardia, in «Rivista Militare Italiana», giugno-1907.
Renzo Boccardi, Le prime gesta garibaldine in Italia: Luino, Morazzone, 16-26 agosto 1848, Almasio, Intra 1912 (estratto da «Verbania» 3-4/1912).
Leopoldo Giampaolo, Mario Bertolone, La prima campagna di Garibaldi in Italia (da Luino a Morazzone) e gli avvenimenti militari e politici nel Varesotto 1848-1849, Musei Civici, Varese 1950.
Ambrogio Viviani, Garibaldi sul Lago Maggiore nel 1848, in «Novara» 4-1983.
Massimiliano Cremona, Garibaldi sul Lago Maggiore. Personaggi e fatti d’arme fra le due guerre d’indipendenza 1848-1859, Museo del Paesaggio, Verbania 2007.
Beppe Galli, “Mettetemi a disposizione due vapori…”. La spedizione garibaldina vista dal lago, in Il lago Maggiore e Garibaldi. Atti del Convegno nel secondo centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, Laveno Mombello 2009.

 

 

Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - 15 agosto 1848. La battaglia di Luino
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