Restellini Lorenzo

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Restellini LorenzoLorenzo Restellini nacque a Intra il 30 ottobre 1820 da Michele e Marietta Orladini. Laureatosi in Medicina nel 1844 presso l’Università di Torino, l’anno successivo conseguì anche quella in Chirurgia. Per due anni fu medico militare nel reggimento Nizza Cavalleria prestando la sua opera anche nella battaglia di Novara. Partecipò alla seconda e terza guerra d'indipendenza, guadagnandosi la medaglia al valor militare. Fu docente di Anatomia umana normale e direttore dell’Istituto e Museo Anatomico dell’Università di Torino. Durante l’inondazione del 1868 si prodigò a Intra a favore degli alluvionati del rione Sassonia. Decorato con la corona dei ss. Maurizio e Lazzaro (1863) e cavaliere della Corona d’Italia (1868). Morì a Torino il 22 aprile 1870 a causa del tifo contratto diversi anni prima e che gli minò il fisico.


«Nato nell’ottobre del 1820 da agiata e laboriosa famiglia, fece le sue prime scuole in Intra e Pallanza: studiò medicina a Vercelli, indi a Torino, dove ottenne la prima laurea nel 1844, la seconda in chirurgia nel successivo anno. Intanto in Italia si cospirava contro la politica austriaca che ne smembrava e schiacciava, intanto dal confine Svizzero si faceva il contrabbando delle prime aspirazioni all’Indipendenza, all’Unità Italiana, e Lui, giovinetto ancora, era un arrischiato contrabbandiero di principii liberali che diffondeva poi tra i suoi compagni di studio. La sua mente era per la scienza: il suo cuore per la Patria. Queste le due sue religioni, queste le due sue vite. Così nel 1846 e 47 il vediamo assiduo allo studio pratico dell’anatomia: ma nel 1848 il suo cuore lo spinge volontario soldato a Milano: poi medico militare nel reggimento Nizza Cavalleria, dove acquistatosi l’amore de’ soldati e de’ superiori, non v’ha impresa o esplorazione arrischiata che ei non ottenga di farne parte; non vi ha fazione che non lo trovi al suo posto raggiante d’entusiasmo e di coraggio: avrebbe voluto mettersi a capo delle fila e battersi da disperato; ma ben altre cure il chiamavano al suo dovere di medico: così sui fatali campi delle nostre vittorie e sconfitte in Lombardia, e nel 1849, sul triste campo di Novara, il troviamo stremato di forze per troppo lavoro, e sfinito di speranze in mezzo alle migliaia d’eroi caduti che egli va soccorrendo e medicandone le ferite. Stipulata la pace di Milano, il Restellini ritorna a' suoi studii, alle sue predilette cure dello insegnamento. É nominato nel 1854 Settore anatomico nell’Università di Torino, ripetitore nel Regio Collegio delle Provincie, e nel nobile Collegio Caccia. Nel 1855 supplisce ne' quartieri ed ospedali militari i Sanitari dell’esercito partiti per la campagna di Crimea. Nel 1859 corre alla guerra, ed esempio d’abnegazione, di sagrifizio e di instancabile lena nel soccorrere i feriti si guadagna la medaglia al valor militare. Ma l’improvvisa nuova della Pace di Villafranca (12 luglio) lo colpisce nel profondo del cuore già affranto dai disagi e dalla pietà dei feriti. Ai primi d’agosto s’ammala di tifo che lo porta a filo di vita; ma, grazie alla sua forte costituzione, all’amorose premure de’ parenti e degli amici, risana; non però perfettamente: quella convalescenza durò un anno, e la sua salute ne rimase profondamente scossa. Ritornato in Torino, nel 1862 è incaricato della scuola d’anatomia normale, in supplenza del professor Tomati ammalato: in quest’anno stampa una dotta tesi sul Diaframma, ed in seguito all’esame è aggregato al Collegio della Facoltà medico-chirurgica: mentre nello stesso tempo attende assiduo allo insegnamento dell’anatomia topografica; così nel 1863 lo vediamo moltiplicarsi per attendere ai due insegnamenti; ed alla numerosa clientela sua ed alla cura dei poveri de’quali è nominato medico consulente: ha la croce di SS. Maurizio e Lazzaro: le ferie autunnali le passa a Parigi per fare studii anatomici. Nel 1865 è nominato Professore d’Anatomia umana normale e Direttore dell’Istituto e Museo Anatomico della Regia Università. Nel 1866 rientra, pel tempo della guerra, al servizio sanitario militare ed è aggregato al Quartier generale principale. Compita la breve campagna, ha la menzione onorevole. Nel 1868 è nominato Cavaliere della Corona d’Italia: in quell’autunno durante la inondazione d’Intra è un prodigio di attività, di zelo, e di coraggio: instancabile ne’ più solenni momenti di pericolo, quando la parte di ponente della città era fieramente flagellata dall’impeto del torrente, e dalla tempesta del lago e molte vite in pericolo e molte case in rovina, eccolo coi più coraggiosi in barca a percorrere quel quartiere scampando a rischio della sua l’altrui vita. Ma questa esistenza di fuoco, questa tempra d’acciaio era profondamente alterata: a poco a poco la sua vivacità naturale si era scemata. Egli aveva bisogno di riposo; e non voleva assolutamente prendersene: aveva bisogno di lasciare per qualche mese e la scuola e la clientela, e ritemprarsi nell’aria balsamica nativa, e nella quiete spensierata e senza preoccupazioni: aveva bisogno di divagarsi con amici sinceri in un viaggio, di essere circondato esclusivamente dalla felicità; ma il dovere, al quale era scrupoloso schiavo e che quanto più era gravoso, e tanta maggior viltà parevagli il declinarlo, lo tiranneggiava aspramente. Così aveva rimandato il riposarsi un poco alle ferie Pasquali: in que' giorni avrebbe potuto rimettersi in forze. Ma il male non gliene lasciò più il tempo. Addì 8 corrente fu assalito da primi sintomi di tifo, (ripetizione tremenda di quello sofferto nel 1859) che nel giorno 22 lo spense alle 7 antimeridiane tra le braccia dell’amicizia circondato dalle tenere cure di una sua sorella e di un fratello: con l'ultimo suo morente sguardo cercò la pietosa benedizione della sua vecchia madre, ed il pietoso ricordo degli amici. Egli da giorni presentiva la morte, e vi si rassegnò colla tranquillità di un Pellegrino che dopo faticoso viaggio adagia la stanca testa su di una pietra, e s'addormenta».

Voce del Lago Maggiore, 29 aprile 1870

 

Per approfondire
Vincenzo De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, Tip. Aldina F. Alberghetti e figli, Prato 1876, (ristampa anastatica Alberti Libraio Editore, Verbania 1967), pp. 418-419.
Tesi di Restellini Lorenzo da Intra Dottore in Medicina e Chirurgia per essere aggregato al Collegio Medico Chirurgico di Torino nell’anno1862, Torino, Tipografia G. Favale e Comp., 1862.
Giovanni Battista De Lorenzi, Lorenzo Restellini, in «Verbania» maggio 1912.
Renzo Boccardi, Il soldato, in «Verbania» maggio 1912.
Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - Restellini Lorenzo
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