Cadorna Raffaele

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Cadorna RaffaeleRaffaele Cadorna nacque a Milano il 9 febbraio 1815 da Luigi e Virginia Bossi. Iscrittosi all'Accademia Militare di Torino, fu espulso a causa del carattere irrequieto. Venne allora ammesso come "soldato distinto" nel 1° Reggimento della brigata Savoia. Sostenne poi gli esami per entrare nel Genio Militare. Il 1° febbraio 1840 fu nominato luogotenente del Genio,  nel 1846 divenne capitano e nel 1848 maggiore. Allo scoppio della prima guerra d'indipendenza, su insistenza dello zio Benigno Bossi, venne inviato a Milano per «istruire e disciplinare gli zappatori del Governo provvisorio, ordinare il servizio del genio, munendo e difendendo le balze dello Stelvio». Dopo la tragica sconfitta di Novara si arruolò ad Algeri nella Legione Straniera combattendo in Kabilia guadagnandosi la Legion d'Onore.
Ritornato in patria fece parte del contingente inviato in Crimea, sul fiume Cernaia progettò le fortificazioni dell'avamposto denominato zig zag, meritandosi l'Ordine Militare di Savoia. Nella seconda guerra di indipendenza si distinse nella battaglia di San Martino, ottenendo la promozione sul campo a colonnello. Per le sue indiscusse doti organizzative nell'ottobre 1859 il Governo Provvisorio Toscano  gli affidò il Ministero della Guerra, conferendogli il grado di maggiore generale, con il compito di riorganizzare l'esercito prima di farlo confluire in quello sabaudo. Nel 1860 prese parte alla campagna militare nelle Marche e in Umbria; nel 1861 divenne comandante militare della Sicilia; combattè poi il brigantaggio in Abruzzo. Nel 1866 fu di nuovo in Sicilia capo delle truppe inviate a Palermo a sedare la cosiddetta rivolta popolare del sette e mezzo, soffocata nel sangue. Tre anni dopo ottenne da Menabrea pieni poteri per reprimere in Emilia le rivolte scoppiate a seguito dell'introduzione della tassa sul macinato. Il 12 settembre 1870 il IV Corpo d'Armata da lui comandato varcò i confini dello Stato Pontificio e il successivo 20 settembre attraverso la breccia di Porta Pia entrò in Roma.
Compiuta la storica impresa, il 15 novembre 1871 venne nominato senatore, dopo essere stato dal 1849 deputato al parlamento subalpino e poi italiano, eletto nei collegi di Oleggio, Borgomanero, Pallanza (per ben tre legislature) e Pontremoli. Dopo il pensionamento dall'esercito si ritirò a Torino rimanendo attivo nelle organizzazioni patriottiche e assistenziali: fu presidente della Croce Rossa Italiana dal 6 novembre 1884 al 23 ottobre 1886.

Sposato con Clementina Zoppi ebbe tre figli: Luigi (futuro capo di stato maggiore dell'esercito italiano durante la prima guerra mondiale), Carlo (morto dopo pochi giorni di vita) e Maria. Dopo la vendita della casa paterna di Pallanza avvenuta nel 1865, Raffaele ormai considerato un eroe del Risorgimento, ritornò periodicamente sul lago prendendo in affitto la bella villa Barbavara (oggi Villa Cordelia) sulla Castagnola di Pallanza. A ogni anniversario della presa di Porta Pia la popolazione pallanzese con la banda musicale in testa si recava nella sua dimora per festeggiarlo. Con regie patenti del 21 maggio 1876 gli fu concesso il titolo di conte. Morì a Torino il 6 febbraio 1897; è sepolto, insieme al fratello maggiore Carlo, nella tomba di famiglia a Pallanza.

 

Per approfondire
Luigi Polo Friz - Giovanni Silengo (a cura), I Cadorna. Atti del convegno, in «Verbanus» 16-1995.
Silvia Cavicchioli, L'eredità Cadorna: una storia di famiglia dal XVIII al XX secolo, Comitato di Torino dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2001.
http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/Senatori