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Il Lago Maggiore. Giornale politico, letterario e commerciale. 4 giugno 1859

«I giorni 27 e 28 dello scaduto maggio saranno memorabili nei fasti di Canobbio, perché anco una volta fu provato che il valore dei cittadini può quandochessia umiliare la prepotenza di quattro predoni, che vanno infestando il lago, e derubano popolazioni inermi e pacifiche.

Sia lode a Canobbio! Quei cittadini mostraronsi all'altezza dei tempi in cui viviamo, e noi loro rendiamo grazie infinite, perché colla loro difesa contribuirono non poco a destare su tutte le sponde del lago uno spirito guerriero che stava assopito, perché compresso da un timor panico di una classe di cittadini, la cui prudenza è oramai proverbiale.

I tempi sono mutati! La guerra che noi combattiamo è guerra di indipendenza, guerra di un popolo che vuole libera dallo straniero la sua patria. Può dunque questo popolo stare pacifico spettatore dei mali, che questo straniero arreca alla comune patria?...

Questa domanda faceva da sé la pacifica popolazione di Canobbio, e un suo distinto cittadino, il Dottor Zaccheo, già benemerito per molte ragioni del suo paese, rispondeva per tutti: No! È tempo di agire, e noi dobbiamo sottostare a qualunque sacrifizio, ma respingere il nemico.

E cco dunque in un atomo improvvisato un cannone, ecco uscire armi da ogni casa, ecco formate le barricate, ecco mutata la faccia di Canobbio! Eccolo diventare campo di armati, e quegli stessi cittadini che prima erano freddi spettatori delle ruberie del nemico, eccoli giurare di voler morire, ma di voler combattere.

Il sasso di Balilla cadde in terreno acconcio! Sia benedetto colui che lo scagliò! Egli ha reso un benefizio inestimabile al suo paese e alla causa comune dell'indipendenza!

Canobbiesi! Voi rispondeste unanimi all'appello, e nei due giorni della pugna vi addimostraste intrepidi, valorosi. Il vostro nome sarà scolpito nelle pagine della storia, che narrerà ai figli la guerra che combatterono i padri per l'indipendenza della patria. Continuate dunque con coraggio nella difesa che avete cominciata, e quando queste amene sponde saranno libere, voi potrete con nobile orgoglio dire ai paesi che non vi imitarono, che la loro prudenza era vigliaccheria.

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Ad onore del capitano comandante la Guardia nazionale di Canobbio, che tanto si adoperava per la difesa del suo paese, riportiamo per intero l'ordine del giorno che egli indirizzava a quella milizia dopo il combattimento del giorno 28. Le sue parole sono il miglior elogio che si possa fare e di lui e di quella Guardia nazionale. Eccolo:

Ufficiali, Sott'Ufficiali e Militi! La vostra difesa di questa mane contro un nemico fidente nella superiorità delle sue forze, e di poterci offendere senza essere offeso, fu mirabile, eroica per costanza e coraggio. Come ieri, oggi ben meritaste del Re, della Patria. Io vi ringrazio commosso. Il nemico ha veduto che un popolo, il quale combatte per difesa delle proprie famiglie, del proprio onore e libertà, è invincibile. Riconoscenza eterna ne leghi ai cannonieri Jelmoni e Bazzano che mostrarono tanta intrepidezza e sangue freddo, ai militi dalla vicine Comuni accorsi generosamente in nostro aiuto, alle guardie di Finanza, ai volontari che mirabilmente contribuironvi alla difesa. Siamo parati a respingere nuovi assalti, e mostriamo all'Italia che gli abitatori di queste valli non sono a nessuno secondi per valore e coraggio.

Viva l'Italia! Viva il Re!

Cannobio, 28 maggio 1859

Paolo Zaccheo, Capitano

 

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La Guardia nazionale d'Intra appena ricevuto l'annunzio dell'eroica difesa di Canobbio, spediva a quella valorosa popolazione il seguente indirizzo:

Cannobiesi!

La notizia dell'energica difesa da voi fatta ieri e questa mane agli attacchi dei vapori austriaci che respingeste, fu qui sentita colla massima soddisfazione e fu unanime il grido di gioia che s'innalzò in favore di codesta intrepida popolazione.

Fu così dal vostro eroismo abbassata l'alterigia di quei predoni natanti, che da lungo tempo pretendono sfacciatamente tenere in soggezione le popolazioni tutte del nostro lago.

Valorosi Cannobiesi!

Abbiatevi le più sincere congratulazioni della nostra Milizia e del Paese per i sensi di coraggio e di patriottismo di cui vi mostraste animati in quei supremi momenti, e rassicuratevi che la Patria registrerà nel suo libro d'oro i generosi vostri sforzi.

Intra, 28 maggio 1859.

 

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Anche il Ministro Cavour, a cui venne telegraficamente comunicato il glorioso avvenimento, sin affrettava di trasmettere nella sera medesima per dispaccio parole d'encomio ai Cannobiesi e a tutti quelli che cooperarono alla valorosa difesa».

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