1 maggio 1859. A Fondotoce il primo colpo di cannone

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La seconda guerra d'indipendenza scoppiò il 26 aprile 1859 dopo che Cavour respinse l'ultimatum dell'Austria di disarmare i volontari che si stavano radunando in gran numero sul territorio piemontese. Il 29 aprile l'esercito austriaco guidato dal feldmaresciallo Ferencz Gyulai attraversò il Ticino nei pressi di Pavia e invase la Lomellina, il Basso Novarese e il Vercellese. Per rallentarne l'avanzata furono allagate tutte le risaie. Come concordato a Plombières, la Francia si mosse in difesa del Regno Sabaudo. Napoleone III assunse personalmente il comando supremo dell’esercito franco-piemontese forte di oltre 250.000 uomini che si concentrarono ad Alessandria.


Nel mentre sulle rive del Verbano emissari regi invitavano la popolazione tutta a stare calma al fine di scongiurare l'apertura di un nuovo fronte a nord. Le due compagnie del 15° Reggimento  Fanteria di stanza a Intra e Pallanza furono ritirate e sostituite con due compagnie di Cacciatori franchi agli ordini del maggiore Cordiglia. I pezzi d'artiglieria - quattro cannoni e quattro obici - che all'inizio di marzo erano stati posizionati a difesa di Pallanza e sul promontorio della Castagnola, il 25 aprile furono smantellati e anche questi trasferiti verso il Basso Novarese. I cinque piroscafi civili della Compagnia sarda di navigazione, che si stavano armando nel golfo di Pallanza, ma che non erano in grado di competere con i vapori imperiali, vennero inviati in acque neutrali svizzere per non farli cadere in mano nemica.
Il maggiore Cordiglia, temendo un imminente sbarco Austriaco, lasciò Pallanza e ripiegò con le due compagnie dietro al Toce. Il 1° maggio «il Benedek si diresse verso Feriolo e tentò uno sbarco sull'isola formata dal Toce e dallo Strona. Un drappello di 7 uomini col tenente Lamberti, passato sull'isola in una barca, si scontrò con le truppe imperali che tentavano lo sbarco: ne seguì un vivo scambio di fucilate e l'imbarcazione fu costretta a retrocedere. Si accostò allora il Benedek e con alcuni colpi a mitraglia preparò un secondo tentativo di sbarco che fallì come il primo. Sopraggiunse il Radetzky e i due vapori, tirata qualche cannonata, si ritirarono a Laveno senza tentare altro. Il distaccamento non ebbe a patire danno di sorta». Dopo questa scaramuccia i Cacciatori franchi ripiegarono su Ornavaso e il 4 maggio anche loro furono richiamati per concorrere alla difesa della Dora lasciando il lago Maggiore completamente sguarnito. Solamente il 30 maggio il governo inviò a Pallanza il regio commissario Giuseppe La Farina, incaricato di provvedere alla difesa del lago; ma ormai Garibaldi con i suoi Cacciatori delle Alpi stava occupando tutta la zona di Varese costringendo gli Austriaci ad abbandonare le postazioni sul lago.


Per approfondire
Comando del Corpo di Stato Maggiore, La guerra del 1859 per l'Indipendenza d'Italia, Stab. Tip. della Società Editrice Laziale, Roma 1910, vol. I, pp. 225-226.


Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - 1 maggio 1859. A Fondotoce il primo colpo di cannone
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