1849. La difesa di Venezia

Stampa


Difesa di VeneziaIl 17 marzo 1848 i Veneziani insorsero contro il governo austriaco, liberando dalle carceri i patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo; il successivo 22 marzo fu proclamata la rinata Repubblica di San Marco. L'8 e 10 giugno si svolsero libere elezioni per nominare i delegati all'Assemblea Provinciale che doveva esprimersi sull'annessione al Regno di Sardegna. Ma i rovesci militari subiti dall'esercito piemontese spensero ogni facile entusiasmo. Gli Austriaci riconquistarono una dopo l'altra le città della terraferma che si erano autonomamente liberate: Belluno, Vicenza, Padova. Carlo Alberto, sconfitto a Custoza fu costretto a chiedere l'armistizio abbandonando di fatto Venezia al suo destino.

Il generale napoletano Guglielmo Pepe, inviato da Ferdinando II di Borbone a combattere a fianco dei Piemontesi, si rifiutò di obbedire all’ordine di ritornare in patria e si unì ai Veneziani con 2.000 volontari (tra questi anche il marchese Federico Della Valle Di Casanova, gli ufficiali Francesco Solera e Galeazzo Fontana-Pino), assumendo il comando della difesa della città. Venezia, stretta d’assedio per mare e per terra, colpita dal cielo dalle bombe, indebolita dal colera e dalla fame, resistette strenuamente per mesi fino al 22 agosto 1849. Il 27 agosto, gli Austriaci, presero possesso della laguna; tre giorni dopo il feldmaresciallo Radetzky fece il suo ingresso in una città silenziosa e semi distrutta.

Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - 1849. La difesa di Venezia
Joomla templates 1.7 by Hostgator