1855-1856. La guerra di Crimea

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Guerra di CrimeaNel tentativo di far assumere al piccolo Regno di Sardegna un ruolo nella politica estera europea, re Vittorio Emanuele II, su consiglio del primo ministro Camillo Benso di Cavour, inviò in Crimea un contingente di 18.000 soldati. In questa piccola e lontana penisola sul Mar Nero da ormai più di un anno Francia e Inghilterra cercavano di difendere il debole Impero Ottomano dalle mire espansionistiche della Russia. L'esercito piemontese, alleato dei franco inglesi, si distinse nella difesa dell'avamposto detto dello Zig-Zag (fortificato dall'allora maggiore Raffaele Cadorna) lungo la riva sinistra del fiume Cernaia. Più di 2.000 soldati non fecero più ritorno, falcidiati nella quasi totalità dal colera. Ma l'obiettivo che Cavour voleva raggiungere non era militare, bensì politico: poter partecipare alle successive trattative di pace e in quell'occasione mettere sul tavolo dei grandi la questione italiana, cioè denunciare le condizioni in cui versava la penisola. Ciò avvenne al Congresso di Parigi (febbraio-aprile 1856) dove i rappresentanti delle potenze europee si riunirono per ridisegnare gli equilibri politici-geografici del continente.


Questa locandina riguarda un'iniziativa promossa dal Comitato Femminile costituito per «promuovere pubbliche oblazioni col prodotto delle quali inviare al Corpo di spedizione in Oriente un attestato di patria benemerenza».