1859. La Seconda Guerra d'Indipendenza

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ProclamaLa guerra scoppiò il 26 aprile 1859 dopo che Cavour respinse l'ultimatum dell'Austria di disarmare i volontari che si stavano radunando in gran numero sul territorio piemontese. Il 29 aprile l'esercito austriaco guidato dal feldmaresciallo Ferencz Gyulai attraversò il Ticino nei pressi di Pavia e invase la Lomellina, il Basso Novarese e il Vercellese. Per rallentarne l'avanzata furono allagate tutte le risaie. Come concordato a Plombières, la Francia si mosse in difesa del Regno Sabaudo. Napoleone III assunse personalmente il comando supremo dell’esercito franco-piemontese forte di oltre 250.000 uomini che si concentrarono ad Alessandria.


Montebello (20-21 maggio), Palestro (30-31 maggio), Magenta (4 giugno), San Martino e Solferino (24 giugno) sono i nomi e le date di tutte le battaglie vinte dall'esercito franco-piemontese. Successi militari raggiunti a costo di grandissime perdite umane; nel solo scontro di Solferino i due contendenti lasciarono sul campo circa 35.000 morti. La dura reazione dell'opinione pubblica francese a questo immane bagno di sangue, unitamente al pericolo di allargare il conflitto alla Prussia, costrinsero l'Imperatore francese a proporre all'Austria un armistizio che fu firmato a Villafranca l'11 luglio 1859. La delusione tra gli Italiani fu grande, Cavour per protesta si dimise, re Vittorio Emanuele II più pragmaticamente si accontentò dell'ampliamento dei confini del suo regno. Nella pace siglata a Zurigo il 10-11 novembre di quell’anno l'Austria conservò il Veneto e le fortezze di Mantova e Peschiera, cedette invece la Lombardia alla Francia, che a sua volta la assegnò ai Savoia.

Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - 1859. La Seconda Guerra d'Indipendenza
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