Documenti. Dall'epistolario di Giuseppe La Farina

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 8 febbraio 1858

Pregiatissimo Signor Barigozzi,

rispondo alla sua del dì 6, ed in nome della Società e nel mio nome particolare, la ringrazio moltissimo di quanto ella ha fatto in sì poco tempo. Si approva quindi pienamente il suo operato; ed io in quanto ad istruzioni, ecco quanto sono incaricato di comunicarle:

1°. I Comitati istituiti o da istituirsi debbono mettersi in corrispondenza diretta con noi, indirizzando le loro lettere a Giuseppe La Farina, segretario della Società Nazionale italiana. Via Goito, n. 15.

2°. Questi comitati spediranno, almeno una volta il mese, una relazione sullo spirito pubblico del paese in cui sono istituiti, l’elenco dei nuovi socii, e tutte quelle notizie che crederanno utili siano conosciute dal Comitato Centrale.

3°. Se stabiliranno delle corrispondenze con persone, abitanti in altri Stati italiani, nelle loro relazioni mensili ne faranno cenno; ma taceranno sempre i nomi delle dette persone e terranno su di esse il più scrupoloso silenzio.

4°. Cercheranno, per quanto loro sarà possibile, di far adottare i principii del nostro programma dai giornali della località, e procureranno che detti giornali patrocinino la causa della Società Nazionale.

5°. Adopreranno tutti i mezzi onesti di propaganda che sarà loro possibile, tenendo fermi i principii della indipendenza ed unificazione italiana; ma nel medesimo tempo usando molta tolleranza, ed adoprando sempre modi conciliativi in tutte le altre questioni religiose politiche e sociali.

6°. Cureranno di propagare la Società in tutte le classi de’ cittadini, nessuna esclusa, volendo noi fare opera di concordia e non di disunione.

7°. Qualora saranno interrogati sulle intenzioni del Governo piemontese, potranno rispondere, che gli sforzi nostri sono in tutto favorevoli alla Casa di Savoia, e come tali non possono riescire sgraditi alla dinastia, né al governo; che la nostra Società, usando delle libertà concedute al Piemonte, è sotto lo scudo delle leggi; che la sua esistenza è un fatto pubblico e legale; che il Governo però non potrebbe dare alcuna esplicita adesione senza compromettersi, e  procurarsi degli imbarazzi e delle difficoltà, che è prudenza evitare.

Queste, per sommi capi, sono le istruzioni da osservarsi da tutti i comitati: il resto è completamente lasciato alla loro intelligenza e al loro zelo.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 12 febbraio 1858

Carissimo Amico,

rispondo brevemente alla vostra in data di ieri. Si approva l'organizzazione della quale mi ha parlato, ma con queste due modifiche: che i gruppi siano di 5 individui, e che la contribuzione sia di 20 cent. Così ogni capo di cinquina avrà a corrispondere L. 2 mensili. Tutto il resto va perfettamente bene.

Questa organizzazione è applicabile anche per gli Stati Sardi.

P.S. Dalla Società non sono escluse le donne: vi appartengono già la marchesa Pallavicino, mia moglie, la moglie del senatore Farina, e parecchie altre signore di Torino e di altre parti d'Italia.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 25 marzo 1858

Pregiatissimo Amico,

sono pieno di ammirazione per quanto avete fatto, e pel modo come l'avete fatto. Dieci della vostra intelligenza, della vostra attività, e del vostro zelo, e la Società Nazionale raddoppierebbe di potenza in 15 giorni. Ho letto la vostra lettera al nostro Presidente, e m'incarica di farvi le sue congratulazioni, e di presentarvi i suoi ringraziamenti. Tutto ciò che avete fatto è non solamente approvato, ma lodato.

Due cose debbo avvertirvi: 1° non insistete molto quando trovate renitenza ad entrare nella Società; se no, avremo per ora delle adesioni, e ne' momenti critici delle defezioni. Esponete, spiegate, fate intendere lo scopo della Società; ma lasciate che il neofito chieda da sé di esser fatto cristiano. 2° Cercate di togliere nello Stato tutto ciò che può avere aria di società segreta: ciò che ci giova oltre i confini, ci nuoce dentro i confini. Qui noi siamo società legale, e facciamo tutto apertamente e alla luce del sole. Il segreto comincia là dove non isventola più la bandiera dei tre colori. I nomi che mi avete comunicati, rimangono in me, e in nessun altro.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 17 dicembre 1858

Carissimo Amico,

le vostre lettere sono state sempre regolarmente ricevute; e se non ho risposto, è perché nulla avevo d'importante da dirvi; senza contare che la corrispondenza del Comitato centrale si è oramai in tal modo accresciuta, che mi mette nell'assoluta impossibilità di rispondere a tutti. Si tratta non di dozzine, ma di centinaia di lettere! Scusatemi dunque, ed abbiate misericordia del povero segretario.

Per quanto a denari, fatemi il favore d'intendervela col cassiere e di non ingerire me, per non accrescere confusioni. Il meglio è mandare a lui con vaglia postale.

Andiamo ora all'importante. Tenete per più che probabile la guerra per la prossima primavera. Ho dati positivi; e quindi anche in nome del nostro Presidente vi esorto a raddoppiare di attività e di zelo. Le cose nostre vanno benissimo; e noi abbiamo il cuore pieno di speranze che crediamo ben fondate.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 18 gennaio 1859

Rispondo subito alla vostra del 16, che mi giunge questa mattina 18. I coscritti bisogna indirizzarli all'Avv. Tecchio. Badate che siano coscritti davvero, e non volontari indisciplinati, che poi giunti qui non vogliono entrare nell'esercito, dicono che sono stati ingannati, e vogliono essere mantenuti. Per questa faccenda bisogna intendersela in tutto con Tecchio.

Gli Austriaci non faranno la corbelleria di marciare su Torino, avendo a' fianchi 40.000 uomini concentrati tra Casale ed Alessandria.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 24 gennaio 1859

Carissimo Amico,

ho ricevuto una vostra lettera non sigillata. Badiamo a non commettere queste dimenticanze in affari gravi ed importanti come i nostri. I deputati non hanno più franchigia postale. Vi confermo quanto vi dissi nella mia precedente intorno i coscritti e disertori. Badate di far loro intendere, che qui saranno incorporati nella truppa, e non in bande volontarie.

Vi spedisco altre copie dell'ultimo opuscolo.

Il Re avrà il comando in capo dell'esercito; La Marmora sarà al suo fianco in qualità di ministro della guerra. Fanti ha avuto il comando di una divisione. Cialdini comanderà la brigata Guardie.

La guerra non si romperà probabilmente (salvo casi impreveduti) che verso la metà di aprile.

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Ad Ermano Barigozzi - Pallanza

Torino, 25 febbraio 1859

L. è un solennissimo bugiardo ed imbroglione; ed io non ho bisogno, grazie a Dio, ch'egli guarentisca la mia onoratezza. Non vi è alcuno che possa rimproverarmi di avere mancato alle mie promesse. Conosco poi perfettamente la persona, alla quale egli allude, ed è incapacissima di abusare del mio nome; ed il L. l'ha compromessa colle sue ciarle, ciarle tali che io ho sentito raccontare qui a Torino, sotto i portici, e da persone estranee affatto alle cose nostre, ciò che L. andava dicendo nelle osterie e nei bordelli di Milano. Di più L. per darsi vanto di prodezze fatte nell'invio di alcuni coscritti, non ebbe scrupolo di accusare ingiustamente di spia un povero padre di famiglia, e di metterlo in istato di perdere l'impiego che occupa presso un signore lombardo. Non dico di danari guadagnati inonestamente in queste faccende dei coscritti, e della qual cosa abbiamo le prove; non dico di certe orgie infami, fatte sul confine lombardo! Non mi parlate quindi, vi prego, più di lui, ché non voglio sentirne nemmeno il nome.

Del discorso di Cavour ne ho mandato 400 copie in Lombardia.

In quanto ai due studenti fuggiti, non credo che sarebbe conveniente pubblicare i nomi in quel modo che dite.

Epistolario di Giuseppe La Farina raccolto e pubblicato da Ausonio Franchi, E. Treves & C. Editori, Milano 1869, tomo secondo, pp. 42-43, 44-45, 50-51, 94-95, 116-117, 119-120, 134-135.
Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - Documenti. Dall'epistolario di Giuseppe La Farina
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