30 ottobre - 2 novembre 1848. Il tentativo insurrezionale di Francesco Daverio

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Francesco DaverioDopo lo sconfinamento di Agno la legione garibaldina si sciolse. Garibaldi fu costretto a letto per qualche giorno a causa delle febbri intermittenti che lo avevano colpito. Ristabilitosi, lasciò la Confederazione e si portò a Nizza e poi a Genova dove iniziò la sua seconda campagna italica. Alcuni suoi compagni, e tra questi Medici e Daverio, rimasero in Svizzera e si raccolsero intorno a Mazzini, che da Lugano stava preparando una nuova insurrezione nel Varesotto e in Valtellina. Al giovane ingegnere Francesco Daverio venne affidato il delicato compito di operare sul lago Maggiore e far sollevare quelle popolazioni che già erano state coinvolte nella sfortunata impresa di Garibaldi.
Il 30 ottobre Daverio e alcuni compagni si imbarcarono a Locarno sul piroscafo Verbano come semplici passeggeri; giunti all'altezza di Brissago con la forza delle armi presero possesso del battello e lo dirottarono verso il confine piemontese dove altri patrioti salirono a bordo.
Il giorno seguente Daverio e i suoi 150 compagni mazziniani sbarcarono sulla sponda lombarda, in parte a Germignaga e in parte a Luino. Giunti a terra cercarono subito di approntare al meglio le difese per far fronte all'inevitabile arrivo dei soldati austriaci avvertiti dai loro molti informatori. Vennero predisposti posti di blocco, sbarrate le strade d'accesso, occupati i ponti, e infine aperti i bandi di arruolamento per rinfoltire le fila dei difensori, ma si presentarono solamente tre persone. Di fatto il tentativo di insurrezione era già fallito sul nascere.
Il 2 novembre gli Austriaci comandati dal colonnello Hahme giunsero a Germignaga e distrussero a cannonate le barricate. I mazziniani, esigui nel numero e scarsi nell'armamento, furono costretti a ritirarsi precipitosamente a Luino per poi imbarcarsi sul battello e prendere il largo, lontano dal tiro dei cannoni. Un piccolo drappello si incamminò nella notte verso Maccagno, forse comandato dallo stesso Daverio, e raggiunse il Verbano in un secondo tempo.
Daverio e i suoi vagarono per qualche giorno per il lago senza meta, eleggendo i Castelli di Cannero come loro base. L'8 novembre sbarcarono ad Arona e consegnarono il battello alle autorità piemontesi.