1 giugno 1859. Colpi di cannone su Baveno

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Baveno«Oggi alle undici antimeridiane arriva costì di passaggio un distaccamento di 300 soldati de’ Cacciatori delle Alpi sotto il comando del maggiore Mambrini destinati per Intra. Non aveva tosto fatto sosta pella voluta rifocilazione de’ soldati, quand’ ecco staccarsi da Laveno (sponda lombarda) il piroscafo austriaco Ticino sulla precisa direzione di Baveno, ed appena giunto di fronte all’abitato, aprì il fuoco con due pezzi d’artiglieria che tenea a bordo per lasso di circa due ore col getto di varii proiettili. I soldati dispostisi alla bersagliera, ed ingrossati da questa milizia nazionale che sollecita accorse in armi all’apparire del piroscafo nemico, resposero ai primi colpi di cannone, con reiterati Evviva l’Italia, il Re! Ed in seguito operarono diverse scariche contro il legno nemico che tosto fu costretto riprendere la sponda lasciata e lasciare libera la marcia ai nostri soldati, uno fra i quali sventolando la bandiera nazionale gettavasi a nuoto verso il piroscafo in mezzo al fuoco gridando Evviva l’Italia! Ed illeso recuperava la riva. Nessun danno ai nostri, salvo d’una ferita riportata da un soldato nello scoppio di una granata. La prestezza con cui rispose la guardia nazionale all’imminente periglio, il valor militare dimostrato per la difesa della patria, la rendono degna seguace di quella bandiera che l’ottimo dei Re porta sui campi della gloria. Dato a Baveno dal Palazzo Municipale il 1 giugno 1859.

Sottoscritti: Carlo Vogini, sindaco – Luigi Vogini, consigliere delegato – Giuseppe Polli, consigliere del sup. – Vogini, sostituto segretario».

Gazzetta del Popolo, 24 giugno 1859