Nella notte tra il 22 e 23 maggio, mentre più a sud Garibaldi passava il Ticino, il professore Giovanni Moro a capo di un centinaio di preposti alle dogane attraversava il lago e occupava Angera. Il colpo di mano sorprese i gendarmi austriaci che placidamente dormivano nella loro caserma; furono fatti prigionieri e trasferiti sulla sponda piemontese insieme a numerose carte prelevate dall'ufficio del Commissario imperiale.
Nel pomeriggio del 23 maggio il piroscafo Radetzky si portò ad Angera e il Capitano fece recapitare un messaggio ad Arona per intimare, sotto pena del cannoneggiamento del borgo, la riconsegna delle carte sottratte. Il sindaco di Arona, Paolo Merzagora, chiese subito aiuto a Garibaldi il quale garantì la sua protezione militare e nominò il professor Moro commissario regio di Angera. «Fatti baldi i nostri Civici per questo Riscritto, si recarono ad Angera col Moro, spiegata su due navi la Bandiera tricolore ed approdati al porto li vedemmo accolti da gran turba di gente».