Documenti. Lo storico cannone

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Il Comitato di difesa di Intra il 28 maggio 1859 ordinò alla Fonderia Güller e Greuter di Selasca la costruzione di due cannoni di ghisa da posizionare a scopo difensivo sulla riva del lago, così da tenere a debita distanza i piroscafi austriaci. I due cannoni non furono mai usati in azioni di guerra: il primo scoppiò il 5 giugno a Renco durante il collaudo, il secondo, pur posizionato sulle barricate, non fece mai fuoco contro il nemico, ma divenne lo stesso il simbolo del coraggio della popolazione intrese contro le piratesche imprese della flottiglia imperiale che aveva base a Laveno.
Nell'Archivio di Stato di Verbania, nel fondo denominato Museo del Paesaggio, sono conservate quattro carte riguardanti l'ordinazione e il pagamento di questi due cannoni. Qui di seguito riportiamo la trascrizione dei documenti accompagnati ognuno da una breve spiegazione.


Lettera con cui la ditta Guller e Greuter conferma di aver ricevuto l'ordinazione di due cannoni.
Lettera1
Preg.mo Signore

Riceviamo la vostra lettera d'oggi che ci porta la commissione per due cannoni di ghisa, ed alla quale vi daremo una risposta positiva questa sera.

Vi riveriamo intanto distintamente.
Per Guller e Greuter
[firma mutila]

Selasca 28 Maggio 1859

 

__________


Lettera dei soci della Fonderia al Comitato per chiedere il pagamento del primo cannone già consegnato e collaudato e dei suoi accessori. Inoltre, Güller e Greuter sottolineano che sono disponibili ad accettare la costruzione di un terzo cannone a condizione che il collaudo venga fatto in modo regolare.

Lettera2Selasca 6 Giugno 1859

Preg.mi Signori
Per far fronte alle spese avute fin adesso per la costruzione dei cannoni ed altri impegni, fidandoci alla promessa di pronto pagamento, colla presente siete pregati di farci avere almeno oggi l'importo del primo cannone* nonché dei suoi accessori e palle come da costo qui incluso.
In quanto alla costruzione di un terzo aspettiamo il vostro comando, assicurandovi però che se dobbiamo ancora occuparci con questo oggetto lo faremo solamente colla condizione che la prova venga fatta in modo regolare, cioè con polvere e palla senza nessuna altra materia e non come ieri con teppa, terra e sassi.

Con perfetta stima vi riveriamo

* già approvato                                   Guller e Greuter

 

 

 Alla lettera viene allegato il conto in cui viene specificato il costo di ogni singolo pezzo.

Lettera3Conto del Comitato di Difesa d'Intra con Guller e Greuter

1859
Giugno


3


Per 1 cannone di ghisa Kg. 1210 a 48

580,80
  " " 38 palle " Kg. 240 a 30 72, --
  " " 1 vite di ferro con baletta, manubrio e crapodino 18,--
  " " tornito 1 pistone  6,--
  " " 1 straccio  5,--
  " " 1 forma cilindrica per cartucci  2,--
  " " 22 parini per palle  4,--
  6 " 98 palle di ghisa Kg 621 a 30 186,--
    Totale 874,80
   

Per [...] adottato [...] Guller
questo conto fu elevato a 900 franchi

come si votò nell'adunanza tenuta
dai soci sostenitori il giorno

8 alle 11 ore antemeridiane

Pel Comitato
G. Delorenzi

 














__________

 

Quietanza su carta intestata della Milizia Nazionale Battaglione Mandamentale di Intra.

Intra il 9 Giugno 1859
Ricevuto dalle mani del signor  Delorenzi  membro del Comitato di Difesa  Lire 900. Dico novecento a tutto saldo  per li cannoni.
Guller  Greuter


Il tragico epilogo
Nel 1860 il Comitato di difesa donò il cannone al Comune di Intra a condizione che fosse «posto e conservato in luogo pubblico». Nel 1882 l'amministrazione cittadina decise di collocarlo sulla «piattaforma del piedritto all'entrata del porto», proprio di fronte alla colonna. In questo luogo simbolo vi rimase fino al 12 novembre 1918, giorno in cui la popolazione ebbe la «certezza che l'armistizio era stato concluso con la Germania» e che quindi la prima guerra mondiale era terminata con la vittoria.

GiornaleVenuto il radioso mattino del 12 le campane della Collegiata suonate alla distesa, tumultuosamente, freneticamente, senza posa, diedero il meraviglioso annuncio, che era stato trasmesso telefonicamente dal Sottoprefetto e pubblicato all’albo.
Tutta la popolazione si riversò verso il Municipio. Intanto, non si sa da chi, ma certo per un grande desiderio di rievocare le ansie del ’59 e di riannodarne le memorie con l’avvenimento odierno, si incominciò a chiedere lo sparo dello storico cannone. La voce corse di bocca in bocca fra opposti pareri ed insistenze e dinieghi da parte del R. Commissario, il quale, intervenuto  per far allontanare la folla nel momento del primo sparo, venne fermato a forza quando ad un certo punto si avanzava verso gli addetti per farli desistere e preso in ridicolo per le sue preoccupazioni e quasi sospettato di avversare la manifestazione dopo che lo sparo si era effettuato con buon esito. D’altronde un esame sommario della vecchia arma, che gli intresi avevano dovuto fabbricare quando i tedeschi li tormentavano con scorrerie e pretese di contribuzioni, mentre il Governo li abbandonava a sé inermi, fu abbastanza soddisfacente e – manovrato da soldati artiglieri – verso le 12 e 1/2  partì il primo colpo a salve al quale risposero i cannoncini di Laveno e di Stresa, tra gli applausi.

Purtroppo la bella giornata doveva avere un tragico epilogo.
Verso le 15 la folla s’addensava sul litorale curiosa di riassistere allo sparo del vecchio arnese. Specialmente i ragazzi volevano vedere e sentire.
Eseguita la carica, venne accesa la miccia e si udì un terribile schianto, una enorme nube di fumo acre avvolse tutti e si videro in alto roteare delle grandi foglie strane che si diffondevano in tutti i sensi. La folla fu lì lì per applaudire, ma un istante dopo, dileguatasi la nube, gli spettatori si avvidero che il cannone non c’era più.
Meno male se da buon galantuomo, si fosse accasciato vedendo finito il suo compito, ma purtroppo volle lasciare tragico ricordo di sé e passare ben tristemente alla storia.
Urla di dolore e di raccapriccio ed un accorrere qua e là affannoso rese subito edotti gli astanti di quanto era accaduto. Una scheggia colpì alla testa ferendolo orribilmente un ragazzino in braccio al padre, che pure rimase ferito. Un’altra colpiva un ragazzo vicino. Raccolti dai presenti i feriti vennero portati prima nel cortino Lucini, poi all’Albergo Intra e finalmente all’Ospedale. Purtroppo il ragazzo gravemente ferito al cranio moriva quasi subito.
Cannone7Nei pressi dell’Agenzia un altro bolide cadeva sul tetto, schiantava un trave e precipitando nel viale feriva un povero uomo che evi transitava straziandogli una gamba, che gli si dovette poi amputare.
Terribilmente raccapricciante quanto avvenne in via San Vittore. Le signore Rizzolio e De-Mattei, stavano tranquillamente discorrendo mentre vicino alcuni ragazzi giocavano ed una bella bambina saltellava giuliva, gridando: Evviva la Pace. Una scheggia del peso di 55 kg era volata in alto sopra tutte le case, si abbatté sulla gronda di casa Imperatori, rimbalzò verso quella Rizzolio in direzione della signora De-Mattei la quale deve la sua vita ad un chiodo infisso nel muro che cambiò rotta al bolide. Ma sotto gli occhi esterrefatti delle donne si abbatté sulla ragazzina Buzio Anna, sfracellandola orribilmente. Non rimase che la pietosa opera di raccogliere le piccole membra sparse, coprirle, e - dopo le formalità di legge - trasportarla in casa donde la madre venne allontanata da parenti. La figlia era unica, il padre è militare.
Un’altro pezzo di ghisa del peso di venti chilogrammi, sfiorata la casa Aluvisetti penetrò nel tetto della casa Sorelle Lucini in corte Gorretta, aprendovi una larga breccia. Se non avesse trovato la testa del muro maestro avrebbe certo sprofondato soffitti e pavimenti con pericolo di persone. Innumerevoli gli episodi ed i casi di pericoli scampati.
Certo si è che se lo scoppio fosse venuto da parte della culatta si sarebbe dovuta piangere una vera strage tanto erano i cittadini presenti. Le schegge più grosse ora riunite dal Municipio, compresa la parte della bocca alta 50 centimetri che era caduta nel lago. Il calibro del cannone è di mm. 140, lo spessore cent. 9.
Responsabilità? Ipotesi? Le raccoglieranno le Autorità ma sembra si tratti di una vera fatalità, come quella per cui – con bombe credute scariche – si uccidevano a Milano tre ragazzi proprio nello stesso giorno.
Alle povere vittime Giovedì vennero rese le estreme onoranze, a spese del Comune, trattandosi di disgrazia accaduta in conseguenza di una manifestazione cittadina, con partecipazione di larghissimo concorso di popolo quale raramente si vide nei maggiori lutti cittadini.
Indicibile fu in tutti il rammarico per la grave jattura, e per portare un primo sollievo alle povere famiglie dei colpiti, venne tosto aperta una sottoscrizione che ha già raccolto molte adesioni.

La Vedetta, 16 novembre 1918


Cannone8Due furono le vittime: Anna Giuseppina Buzio di nove anni, nata a Intra il 6 luglio 1909 da Giuseppe e Lucia Caretti; e Mario Restelli di quattro anni, nato a Intra l'8 settembre 1914 da Luigi e Celeste Lorenzini. Rimasero gravemente feriti: Luigi Restelli, che teneva in braccio il figlio Mario, il profugo Guerino Benachi, Vittorio Franzi di dieci anni e Giacomo Duroni a cui venne amputata una gamba. L'amministrazione comunale, interpretando il sentimento della popolazione, deliberò «di concorrere all'opera di soccorso aperta a sollievo delle famiglie delle vittime del disgraziato incidente».



Ricerche d'archivio e redazione scheda fatta dalla classe V sez. B della "Scuola Primaria Mario Tozzi" di Verbania-Suna, anno scolastico 2010/2011. Insegnanti Maria Pia Lomazzi, Vera Passante.

Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - Documenti. Lo storico cannone
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