8 -10 maggio 1859. Le imposizioni di guerra al Comune di Pallanza

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Non appena le due compagnie di Cacciatori franchi lasciarono Pallanza per ripiegare oltre la linea del Toce, gli Austriaci fecero sentire la loro pericolosa presenza anche all'interno del golfo Borromeo. L'8 maggio 1859 il piroscafo armato Radetzky si presentò con i cannoni puntati e pronti a sparare nello specchio di lago antistante il borgo, a quel tempo capoluogo di provincia. All'una del pomeriggio, calata in acqua una scialuppa, tre militi scesero a terra e raggiunto il municipio fecero avere al sindaco Giuseppe Franzi l'ordine perentorio di consegnare al Comando della Flottiglia Imperiale entrò ventiquattro ore una ingente quantità di legname, per l'esattezza: 180 travi (lunghe 12 metri e spesse 18 centimetri), 500 assoni (lunghi 3 metri e spessi 4 centimetri) e 80 travi (lunghi 5 metri).

Una imposizione pesantissima, alla quale Pallanza senza mezzi per difendersi non poté sottrarsi. Bartolomeo Croppi, facoltoso imprenditore edile del posto, reperì gran parte del materiale richiesto, il resto lo si recuperò smontando quanto rimaneva delle batterie in Castagnola. Il 10 maggio, come temuto, il Radetzky ritornò a posizionarsi davanti al borgo con i cannoni puntati, pronto a ritirare il bottino di guerra. Quanto richiesto era stato accatastato in riva al lago, vicino all'imbarcadero, a eccezione delle 180 travi, che per le notevoli dimensioni i Pallanzesi non erano riusciti a trovare in così breve tempo. Gli Austriaci caricata ogni cosa su alcuni barconi - anche questi in precedenza requisiti - si ritirarono verso Laveno dove usarono il legname per la sistemazione dei fortilizzi e delle batterie.

 

Città di Verbania. Il Risorgimento su Lago Maggiore - 8 -10 maggio 1859. Le imposizioni di guerra al Comune di Pallanza
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